Rinoplastica secondaria.

La rinoplastica secondaria

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Dr. Claudio Bernardi Chirurgo generale, Chirurgo plastico

Perché eseguire una rinoplastica secondaria? Analisi del problema, valutazione delle correzioni eseguite, pianificazione del nuovo profilo.

Introduzione

Il naso è considerata un’unità estetica di primaria importanza nell’armonia del viso e spesso, anche in presenza di evidenti difetti o inestetismi, è caratterizzato sempre da un certo equilibrio tra le varie strutture che lo compongono quali dorso, piramide e punta.

Ovviamente, il difetto estetico può evidenziarsi con entità diverse per ciascuna delle suddette strutture, rendendosi particolarmente visibili i contrasti armonici.

È peraltro convinzione dell’Autore che, nella pratica clinica, sono piuttosto rari i casi in cui la rinoplastica estetica non comporti comunque un rimodellamento “in toto” del naso.

Guarda il video: 5 cose da sapere sulla rinoplastica

Perché si ricorre alla rinoplastica secondaria?

Una correzione rivolta esclusivamente all’inestetismo magari più evidente, come un gibbo dorsale, rappresenta una soluzione estetica parziale che può produrre a sua volta un’alterazione dell’equilibrio estetico del naso tale da rappresentare essa stessa una stigma.

E di questo si lamentano alcuni pazienti già sottoposti a rinoplastica (Foto 1a, 1b, 1c).

Foto 1a - Paziente riferisce rinoplastica con “asportazione della gobba”. Non essendo state effettuate le osteotomie per restringere le ossa nasali, la piramide ossea è rimasta molto più larga di quella cartilaginea. 

Foto 1b - Paziente riferisce rinoplastica con “abbassatina del dorso e della gobba”. Senza accorciamento del setto e della punta, il naso rimane eccessivamente lungo. 

 

Foto 1c - Paziente sottoposta a rinoplastica per “raspatina” della gobba. La punta nasale, non trattata, è rimasta eccessivamente proiettata.

Come evitare la rinoplastica secondaria?

La rinoplastica primaria, ovvero eseguita per la prima volta nel paziente, è un intervento non particolarmente invasivo ed aggressivo ma, per la sue caratteristiche tecniche, può essere annoverato tra i più complessi in chirurgia plastica.

Esempio di rinoplastica eseguita correttamente

Per ottenere come risultato di migliorare il naso, il profilo e l’equilibrio estetico di tutto il viso, mantenendo la naturalezza dei tratti somatici (Foto 2), l'intervento deve essere programmato in maniera corretta ed eseguito per:

  • correggere i difetti estetici principali,
  • adeguare tra loro le varie strutture della piramide nasale.

 

Foto2 – Rinoplastica Primaria: Paziente con evidente gibbosità e punta molto proiettata corretta mediante il trattamento combinato del dorso osseo e cartilagine, del setto e della punta.

Difficoltà della rinoplastica secondaria

Se la rinoplastica primaria è considerato complesso tra gli interventi chirurgici, operare un naso per la seconda volta lo è ancora di più.

Di qui l’importanza di un’attenta valutazione delle problematiche presenti e della pianificazione e attuazione di un approccio chirurgico progressivo mirato alla correzione degli inestetismi, non tanto in mera successione temporale, quanto piuttosto in base alla loro incidenza sull’equilibrio estetico generale del naso. 

Esempio di rinoplastica con piramide ossea larga

Se il risultato del primo intervento ha lasciato una piramide ossea troppo larga (il cosiddetto “tetto aperto”, esito di osteotomie basali non eseguite o incomplete), la rinoplastica secondaria dovrà correggere questi difetti cercando di armonizzare tra loro le tre strutture nasali: dorso, punta e piramide. (Foto 3a, 3b).

 

Foto 3 a, b – Esiti di rinoplastica con piramide ossea larga (“tetto aperto”) e naso eccessivamente lungo. Con la Rinoplastica Secondaria sono state eseguite le osteotomie laterali per stringere la piramide ossea ed stato accorciato il dorso e regolarizzata la punta nasale.

Esempio di rinoplastica senza trattamento della punta nasale

A volte ci troviamo di fronte a pazienti nei quali è stato corretto solamente il difetto principale naso, ovvero la gobba osteocartilaginea. Il trattamento del difetto da solo, senza pensare ad una regolarizzazione delle altre strutture, comporta spesso un risultato incompleto, con inestetismi piuttosto evidenti.

Nella rinoplastica secondaria, pertanto, si dovranno eseguire le correzioni opportune fino a ristabilire una giusta proporzione nel naso (Foto 4 e 5).

Foto 4 – A sin: Esiti di rinoplastica con evidente sproporzione della punta nasale rispetto al dorso (la punta nasale non era stata trattata). A destra: Regolarizzazione della punta ed armonizzazione con il dorso. 

Foto 5 – A sin: Esiti di rinoplastica. Il paziente riferisce di aver avuto la riduzione della gobba ossea nasale senza alcuna modificazione della parte cartilaginea e della punta nasale. A destra: nella rinoplastica secondaria si è provveduto ad eseguire la riduzione del dorso e di migliorare la punta e l’angolo columello-labiale. 

Conclusioni

In conclusione, nella rinoplastica secondaria e nelle correzione di nasi operati più volte, è estremamente importante individuare con estrema precisione il difetto (o i difetti) da correggere.

Dopo aver effettuato un’analisi retrospettiva dell’atto chirurgico precedente, l’Autore propone il suo approccio sistematico alla rinoplastica estetica, che segue il principio generale della progressione dell’invasività chirurgica, in rapporto alle correzioni da effettuare per ottenere un buon risultato.

Data pubblicazione: 21 giugno 2015

Autore

claudiobernardi
Dr. Claudio Bernardi Chirurgo generale, Chirurgo plastico

Laureato in Medicina e Chirurgia nel 1981 presso roma.
Iscritto all'Ordine dei Medici di Roma tesserino n° 31438.

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